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ZUPPA
MONTEVERDINA con gli scalogni:
ricetta
storica.
Ingredienti
per 6 persone:
·
6 fette di pane casalingo raffermo · 300 gr. fagioli cannellini
secchi · 1 mazzetto di cavolo nero · 1 quarto di cavolo verza
· 2 mazzetti di bietola · 2 patate · 2 carote · 2 gambi di sedano
· odori per il soffritto ( cipolla, carota, sedano..) · 1 cucchiaio
di concentrato di pomodoro · olio extravergine · sale, pepe
· scalogni sottolio (o sottaceto).
Lessate
i fagioli dopo averli tenuti in ammollo una notte in circa 2
litri di acqua fredda salata, Passatene tre quarti e rimettete
la purea nel brodo di cottura. In una pentola fate rosolare,
in 8 cucchiai d'olio, gli odori tritati e quando la cipolla
appassisce unite tutte le altre verdure pulite, lavate, tagliate
a fettine, listarelle e a pezzetti. Fate stufare alcuni minuti
quindi aggiungete il concentrato diluito in poco brodo. Salate
poco, pepate e aggiungete il brodo dei fagioli e i fagioli interi
rimasti, fate cuocere per circa 1 ora a pentola scoperta. In
una zuppiera mettete le fette di pane ( volendo abbrustolite
e strofinate con un po' d'aglio) e versate sopra la zuppa: aspettate
10 minuti e poi servite con olio extravergine d'olive e accompagnatela
con un piattino di scalogni. Buon appetito!
Lo
scalogno (Allium ascalonicum) fu importato in Europa dai Crociati
di ritorno da Ascalonia, in Terra Santa. E' probabile che sia
nato da antichi incroci di agli e cipolle, di sapore più delicato
di entrambi. Anche se i francesi superano di gran lunga gli
italiani nell'uso dello scalogno, tuttavia quest'ortaggio è
discretamente diffuso in tutta Italia.In Alta Maremma è usato
soprattutto sotto aceto, come accompagnamento della zuppa di
verdure. A Monteverdi Marittimo questo accompagnamento pare
sia di antica data, essendo attribuito addirittura ai frati
della Badia di San Pietro in Palazzuolo, fondata nel 754 d.
C., che lo coltivavano in gran copia. Come tradizione, infatti,
la zuppa di verdure, anche se ottima, aveva senso solo se era
accompagnata da scalogno.
La cucina toscana è ricca di crostini serviti come antipasti
o come piatti di mezzo, crostini dai molti sapori e dalle mille
creme e salse. Ogni paese vanta le proprie ricette, ognuna unica
e vera, sicuramente la migliore.
La storia dei crostini risale ai tempi, neppur troppo lontani,
in cui si mangiava sul tavolo - l'uso del piatto è innovazione
abbastanza recente - attingendo da grandi vassoi di portata e
posando la porzione su fette di pane casereccio. Il pane, quasi
sempre duro, poiché d'abitudine veniva cotto una volta
la settimana, risultava intriso di sughi e brodi di ogni tipo
diventando morbido e saporito: ecco come sono nati i crostini.
Vi proponiamo la ricetta di un crostino povero, con il cavolo
nero, conosciuto anche come cavolo palmizio.
CROSTINI COL CAVOLO NERO.
Ingredienti:
2 mazzetti di cavolo nero
1 cipolla piccola
1 carota
2 spicchi d'aglio
2 o 3 cucchiai di pomodoro
20 fette di pane toscano raffermo.
Lavate e togliete la costa centrale del cavolo, tagliate a strisce
molto sottili. Mettete in tegame e aggiungete acqua fino a coprire,
cuocete per circa 15 minuti.
Intanto tritate la cipolla, la carota e lo spicchio d'aglio: quest'ultimo
può essere lasciato intero e poi tolto. Soffriggete con
un paio di cucchiai di buon olio extravergine toscano, aggiungete
il pomodoro e il cavolo con il liquido di cottura. Cuocete il
tutto per altri 15 minuti, aggiungete sale e pepe. Abbrustolite
il pane, sfregatelo leggermente con l'aglio e coprite col cavolo
nero. Servite i crostini caldi accompagnati da un rosso di Suvereto
o di Bolgheri.
Pinolata di Pratella
gr. 250 zucchero a velo
gr. 250 burro
gr. 175 fecola
gr. 125 farina
gr. 50 pinoli
5 uova
1 bustina lievito
1 vanillina
1 limone, la buccia grattuggiata.
Con la frusta elettrica impastare per 5 minuti il burro, quindi
aggiungere un rosso alla volta, poi le farine e lo zucchero, sempre
con lentezza. Infine i pinoli e gli altri ingredienti. Cuocere
circa 1/2 ora in forno a 180° ventilato. Elogio alla lentezza.
Si accompagna con Vin Santo.

Torta di ricotta
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