• Lo spirito di San Walfredo.

    Posted on 20 dicembre 2020 by Alessandro in Storia.

    Ho trovato questo racconto nel libro di Balt, soprannome di Arturo Piccinnu, Riflessioni su fatti e rime su fantasie ovverosia fantasie per rime e fatti per riflessioni, Venturina, 2004.

    Riporto in sintesi, una storia, senza i nomi dei personaggi coinvolti nella realtà. Si tratta di persone attendibili che mai uno avrebbe pensato a una passione così insolita:badia-restauro-28-12-2008-001
    “Ad Aldo , cultore di spiritismo, una volta gli accadde di contattare, tramite una medium e in compagnia di appassionati, per l’esattezza: due donne, oltre alla medium, una entità ultraterrena.
    Pensate un po’, l’entità era, nientepocodimenochè lo spirito di San Walfredo Gherardesca.
    Questi, Walfredo, fondatore del monastero di Monte Verdi in provincia di Pisa e, secondo una non infondata ricostruzione, il capostipite di tutte le prosapie dei conti Gherardesca. Prosapie tuttora esistenti in questo antico “Gualdo del re” e grandi latifondisti in alcuni comuni, limitrofi, di questa alta Maremma toscana.
    Questa entità, dopo aver dichiarato la sua individualità agli astanti interroganti e interpreti, dice: andate a prendere, in prossimità di una rocca che, per evitare corse vane e, in un certo senso, anche ignominiose al tesoro da parte di sconsiderati aspiranti al facile arricchimento, non cito, e dove, secondo l’entità ultraterrena, ci sarebbero state, nei pressi di due vecchie piazzole per fornaci carbonifere, un secchio di monete, da lui stesso, Walfredo, sotterrate in quegli antichi tempi.
    Prendete, dice ancora, il tesoro e dividetelo come io vi dico. Mi raccomando! Fate quello che vi dico! Non vi azzardate a discostarvi minimamente altrimenti saranno sciagure! Dice ancora: una parte la darete ai frati, (suppongo, benedettini, perché San Walfredo faceva parte di quest’ordine monastico per le regole di base imposta ai suoi frati, a cavallo fra i secoli VIII / IX). Il rimanente lo dividerete fra di voi.
    Successe che le donne, come ho detto, erano in tre compresa la medium, incominciarono a diffidarsi l’un l’altra fino al punto di costringere il povero Aldo ad andare subito sul luogo a prelevare il tesoro.
    Aldo, da ottimo esperto di queste cose, si oppose e disse:” donne, non vi agitate così; abbiamo disponibile tutto il tempo che vogliamo. Se insistiamo in modo spropositato veniamo meno alle regole di serietà e segretezza imposte e, in questo modo, corriamo il rischio che non ci diano proprio un bel niente. Le donne, ormai, erano assillate da un solo pensiero: IL TESORO!
    Erano assatanate avendo lì, a portata di mano, tutto quel ben di Dio, (si fa per dire!), in attesa soltanto di essere, per rendere visivamente l’idea, aggraffato. Erano entrate in fregola. In questa agitazione volevano andare sul luogo, mi verrebbe da dire, del delitto, addirittura, nottetempo. Ma, data la strada, un sentiero, disagiato e tempestato di ostacoli insidiosi, optarono, controllandosi però vicendevolmente a vista, per il giorno dopo, di mattina prestissimo allo spuntar del sole, o meglio ancora, all’albeggio quando la notte incomincia a schiarire e annuncia la luce del novello giorno.
    Con tutta quella agitazione successe che il quartetto si mise in cammino all’alba, appunto, avviandosi, anelante e smanioso, sotto l’antica rocca.
    Giunti sul posto: guardano, cercano, rovistano in ogni dove ma, del tesoro non c’era traccia.
    Via via che il tempo passava, la delusione subentrava, l’amarezza era palpabile ma, come giustamente si dice, la speranza è l’ultima a morire. Poi, inevitabilmente, muore anche quella. (…)
    Non trovarono assolutamente nulla. Come si dice: furono bidonati da quell’entità che diceva essere San Walfredo. Aldo, grande artefice del contatto, tuttora dice.” La colpa fu tutta di quelle donne smaniose di venire in possesso del tesoro e diventare ricche, sono state punite nella loro vanità e bramosia.”
    Ci rimise anche, dico io, giustamente, cioè: ingiustamente, anche lui, povero Aldo! Un contatto birbone fu quello! Quando si dice: “scherzi da preti!” In questo caso non era propriamente un prete in senso stretto. Era un frate ma, non mi sembra faccia grande differenza.

    (secondo l’autore Aldo era un famoso panificatore di San Vincenzo, appassionato di occultismo.)

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