indietro - pag 1 - pag 2 - pag 3 - pag 4 - pag 5 - pag 6 - pag 7 - pag 8 - indietro

Due antichi documenti inediti sulla Chiesa di S. Andrea: risale al 1646 l’altare del Santissimo Rosario e al 1580 il più antico inventario della Pieve.

di Alessandro Colletti


L’archivio vescovile di Massa Marittima, diocesi di Massa e Populonia, è organizzato per parrocchie e conserva numerosi documenti relativi alla chiesa e alla comunità di Monteverdi Marittimo. I manoscritti sono conservati in ordine cronologico secondo una attribuzione effettuata da un anonimo archivista che ha assegnato anche un breve titolo annotato sul margine degli originali. Come documento più antico viene segnalato un manoscritto datato 1675 intitolato Beni della Pieve, ma nel corso della lettura dei singoli fascicoli ho trovato un atto del 1646, da tempo catalogato erroneamente sotto la data 1787: si tratta di un atto rogato nel Castello di Monte Verdi in cui Donna Pompilia, moglie del defunto Aurelio Martini di Monterotondo, esaudisce le ultime volontà del marito - da lui affidate al notaio il 4 giugno 1643 - che obbligavano i suoi eredi ad erigere, nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Monteverdi, un altare dedicato al Santissimo Rosario. Alla Società del Santissimo Corpo di Cristo, confraternita eretta nella pieve di Sant’Andrea, affida un legato di duecento scudi d’oro per curare gli addobbi e con l’obbligo di dire messa in memoria del donatore una volta la settimana all’edificato Altare del Rosario e di due feste l’anno, il giorno di S.Maria ad Nives e del Santissimo Rosario.

Già nel 1716 il legato testamentario di Aurelio Martini risultava scomparso, infatti nello Stato della Pieve di S.Andrea apostolo di Monteverdi, un riepilogo degli obblighi e delle entrate della chiesa, troviamo: “La veneranda Compagnia del Santissimo Sagramento, alla quale è unita la Compagnia della Beata Vergine della Consolazione, chè fanno un corpo solo, hà l’infrascritti obblighi. Item una messa la settimana all’Altare del Rosario pro una, e far fare due feste l’anno al suddetto altare, cioè una il dì 5 agosto per la festa di S.Maria ad Nives, l’altra la prima domenica d’ottobre per la festa del Santissimo Rosario, l’entrata di questi legati non si trova, ma si procede come per uso solito.” A distanza di oltre tre secoli e mezzo ecco quindi riapparire il documento nell’archivio vescovile di Massa, dato per disperso a causa di un semplice errore di catalogazione.

In unica cartellina sotto la voce 1716 Stato della Pieve di S. Andrea sono raccolti documenti redatti da mani diverse per comodità qui così numerati:

1.      Inventario dei beni della pieve di San Andrea di Monteverdi e prima.

2.      Nota de beni della chiesa di Santo Andrea a Monte Verdi diocesi di Massa, e padronato del monasterio di Vallombrosa.

3.      Beni et effetti della Chiesa Parochiale di S. Andrea di Monteverdi.

4.      Stato della Pieve di S. Andrea apostolo di Monteverdi.

5.      Nota delle chiese ed altari del Castello di Monteverdi dedicata a S. Andrea.

Il primo è firmato dal pievano Thadeo, il terzo da padre Antonio Anselmi[1], gli altri documenti non sono sottoscritti e appartengono a mani diverse. Un esame superficiale del tipo di scrittura e della carta utilizzata indicava il primo inventario come il più antico, ma per dare ordine ai manoscritti questi elementi erano insufficienti, occorreva una analisi del testo dell’inventario la cui trascrizione è la seguente:

Thadeo prete

Aretino pievano

di detta pieve

Inventario dei beni della pieve di Santo Andrea

di Monteverdi e prima

 

 

 

 

Campo di terra lavorativa con 5 olivi duo mandroli e altri frutti loco detto al Campo di preti di staiora 8 circa co suoi confini a 1° via, 2° via Comuni, 3° beni di Andrea di Giuntini, 4° Mariano di Brighenzo

 

Item un pezzo di terra lavorativa con parecchi ulivi detto il Campo al Noce e co quello una vigna di[....] in circa e di più acanto a quelli unaltro pezzo di terra detto la vignaccia tutti insieme di staiora sei in circa co suoi confini a 1° via comuni, 2° beni della Badia, 3° Mariano di Brighenzo, 4° via del mulino

 

Item un pezzo di terra parte soda parte boscata parte lavorativa di staiati 8 circa loco detto San Salvadore co suoi confini a 1° via, 2° via comunale, 3° beni di Martineschi dallo pumeranci

 

Item un campaccio sodo boscato macchioso e parte si lavora qualche volta di staiati venticinque circa e sua confini, luogo detto San Martino a 1° via di Caneto,2° beni di Piero d’Antonio Lombardo, 3° e 4° beni della Badia

 

Item un pezzolo di campisello di staiati una luogo detto Fonte Leggierj co sua confini a 1° via comuni, a secondo il botro, a 3° beni del Sassetta

 

Item certe terre sode e lavorative di staiati 20 loco detto al Poggiciola co sua confini a 1° beni di Luca di Fabbiano, 2° beni della Badia, 3° beni di Domenico di Sabino

 

Item loco detto Luigi circa a staiati 25 di sodi e lavorativi per esser diviso co gravami di Piero Cosimo, a 1° e sopra detti beni della pieve, a 2°, 3 e 4 ° Badia

 

Item altri pezzi di sodi e macchie da quali non si cava frutti perché non si lavorano per il pasco....[2]

 

Item una staiata di sodo e terra lavorativa loco detto la croce co sua confini a 1° via, 2° beni di Pietro il Lombardo, 3° beni di Justo di Brighenzo

 

Item una staiata di terra soda e parte lavorativa di staiate dua in circa loco detto la Fonte  co sua confini a 1° via , 2 e 3° botro

 

Per avviso orquella che di queste terre che si lavorano se ne cava il terratico un anno si e uno no che danno delli dieci uno.

 

Rimandando ad un approfondimento successivo l’analisi delle singole proprietà della pieve e dei toponimi e affrontando l’esame del documento nel suo complesso, notiamo come l’inventario fornisca informazioni sulle proprietà ovvero i nomi dei luoghi, la superficie e sui confini fisici o sui nomi dei confinanti. L’esame comparato di questo inventario con gli altri e con i successivi non evidenziava alcuna relazione che risolvesse in modo definitivo le datazioni. Ma questo è un caso fortunato per la cui soluzione dobbiamo ringraziare nuovamente Marta Bartolini, della quale abbiamo citato - nel nostro articolo “Le colonne delle abbazie di Monteverdi” qui recentemente pubblicato - brani tratti dal suo libro “Ricordi attenenti allo Stato et Territorio della Sassetta” edito dal Comune di Sassetta nel 1995; ora ne riportiamo uno da “Sassetta primo Feudo Mediceo”, pubblicato dalla Accademia Dei Sepolti di Volterra nel 1990, pagina 51. Si tratta di una supplica rivolta al Signore della Sassetta per avere giustizia: Ill.mo et Ecc.mo Sig.r

Thaddeo già piovano della Sassetta, e di V(ostra) Ecc(ellenz)a buon servitore hoggi piovano di Monte Verdi espone a quella come domenica che fummo alli 27 di Giugno per sua negocii mandò alla Sassetta iurisditione di V.S.I. Ser Pan­filo prete, et suo nipote et per non haver cavalcatura da per sè se ne fece acco­modare da certo Mariano di Brighentio di quì il quale gratamente ne accomo­dò d'un suo cavallo, Così mio nipote volendo partirsi di là si fece condurre il ca­vallo, et essendo lui in casa Pagolo di Pier Antonio per commissione dell'Offi­tiale il Messo prese il cavallo, et lo menò alla Corte, Maravigliatosi il mio ni­pote gli rispose l'offitiale che il cavallo era di Mariano detto di sopra et che lo voleva ritenere perché detto Mariano ci haveva certe condennatione, Et replicando Ser Panfilo disse non volerlo rendere senza sicurtà, Fu forzato per non tor­nar senza cavallo dar sicurtà fra tanti giorni di far pagar detta condennatione, o rimettere il cavallo, Tornato a casa, e narrato il caso al padrone del cavallo gli rispose che liberamente ci haveva prestato il cavallo, così libero il rivoleva da noi, onde che andai alla Saxetta et parlando sopra tal negotio col Governatore dicendo a quello che pensavo posser andar, et pur alla Saxetta, come buon ser­vitore del Sig.r Antonio Montalvo, et che a me non pareva di giustizia, che una cosa che fuse in mio servitio, o del mio nipote per obbligo di altri ce ne doves­si esser fatto ripresagli a massime essendo noi sacerdoti, a quali di ragione dal seculo senza licentia de nostri superiori non doveremmo esser ritenuti né in per­sona né nelle cose nostre, benignamente mi rispose che si contentava che fus­simo liberati da tal promissione, che a tempo e luogo gli verrebbe occasione di agitar contra al condennato, le quali condennationi sono state fatte per esser scappate alchuna volta le vacche di detto Mariano nel Pasco di V.S.I. come in­terviene tra i confinanti.

Andai all'Offitiale, disse non lo voleva fare: Onde si ricorre a V.S.I. che per sua benignità non sopporti ci sia fatto ingiustizia, né voglia sopportare che per al­tri habbiamo a pagar condennationi perché non siamo habili a rimettere il ca­vallo, quando il padrone non ce lo voglia conceder, e dice che ci pensiamo noi, che lui non ci vuoi pensare: Però di nuovo la ripreghiamo che si degni far a noi tal gratia, che siamo liberati da tal promissioni offerendoci pregar Dio per ogni felicità di V.S.I. alla qual humilmente basciamo le mani.

(Rescritto:) Non è cosa ragionevole che il supplicante patisca niente, però non se li dia molestia senza nostra commissione. Die prima Julii (15)74 exibita.

Questa supplica ci rivela che Thaddeo era pievano di Monteverdi nel 1574 e che Mariano di Brighenzo abitava a Monteverdi e, oltre ai terreni confinanti con proprietà della Pieve indicati proprio nel nostro inventario, possedeva anche bestie vaccine e almeno un cavallo, si trattava quindi di una persona agiata. Un’altra supplica riguardante la nostra storia,  si trova a pagina 130, ci permette di precisare la datazione: Ill.mo Sig.re etc.

Lorenzo di Mariano da Monteverdi servitore di V.S.I. gl'expone come sette, o otto anni sono al tempo di ser Benedetto Amoni all'hora offitiale della Sasset­ta gli furno date dua accuse, una al tempo di suo padre et l'altra doppo la mor­te, a certe bestie baccine per essere scappate a pasturare nel territorio della Sas­setta come sono solite di fare le bestie, et non havendo hauto notitia di tali ac­cuse prima che adesso, ne ricorre a V.S.I. et la prega che per benignità et amo­revolezza sua per questa volta gli voglia fare gratia et perdonarglela acciò pos­sa andare sicuramente et stare et passare per il suo Stato della Sassetta sicura­mente, Che di tutto li terrà obligo perpetuo et pregherà Dio per ogni sua felici­tà et contento.

(Rescritto:) Habbia gratia della parte nostra.

Il Signor della Sassetta: Lodovico Soldani de Mandato 19 Ottobre 1585. A dì 4 novembre 1585 presentata.

Da questa seconda istanza fatta nel 1585 da Lorenzo, figlio di Mariano di Brighenzio veniamo a sapere che dopo il 1574 Mariano è morto: poiché nel nostro inventario il padre viene indicato personalmente come confinante di terreni di proprietà della Pieve, non gli eredi o lo stesso Lorenzo, possiamo con sufficiente approssimazione affermare che l’inventario risale al 1580 circa, se non al decennio precedente, conquistando il primato di più antico manoscritto riguardante la pieve di Monteverdi dell’archivio vescovile di Massa.



[1] Di lui sappiamo che era originario di Monteverdi e che nel 1703 divenne pievano della Parrocchia di "San Bernardo Abate" di Castiglioncello di Bolgheri.

[2] Il manoscritto in questo punto è consunto e iileggibile.

 



Agriturismo Podere Pratella
via della Badia, 19
I-56040 Monteverdi Marittimo PI
Italia
Tel/fax ++39 0565 784325
E-mail : info@agripratella.com
WEB : http://www.agripratella.com


Pagina successiva